Lorenzo Villoresi Ci sono 12 prodotti.

"Profumi che sono capaci di delineare
una sorta di universo a se stante, illimitato"

L'ATTIVITA' DI LORENZO VILLORESI

A partire dal 1990 -  anno in cui è stata fondata la sua “casa” nell’antico palazzo di famiglia nel centro di Firenze – Lorenzo Villoresi ha tracciato una strada del tutto nuova nel settore della profumeria artistica. La filosofia di base che ha condotto alla creazione delle collezioni, articolate in Profumeria vera e propria e linea Casa, è quella del valore intrinseco di tutte le singole materie impiegate per il prodotto. Cristallo, alabastro di Volterra, marmo statuario di Carrara, legno d’olivo, cuoio fiorentino e travertino, componenti tipiche degli opifici granducali medicei, sono stati richiamati dal passato a far rivivere un’arte nata preziosa. Ripercorrendo le rotte dei mercanti toscani del Rinascimento, nell’universo di profumi di Lorenzo Villoresi materiali, fragranze, colori di Toscana si incontrano e si armonizzano con suggestioni, spezie ed essenze d’Oriente. Fra le componenti spiccano olii essenziali ed estratti ricercati provenienti da tutto il mondo che si accostano ad elementi prettamente toscani come il lauro, l’olivo, il cipresso, la preziosa e rara radice di Iris.

La produzione è ancora interamente artigianale, secondo metodi tradizionali che richiedono cure pazienti, tempi meditati ed una attenzione assoluta e continua. Il pot-pourri, lo straordinario Piper Nigrum, é divenuto in qualche modo emblematico della unicità, della valenza assolutamente peculiare della Casa Lorenzo Villoresi. Intensi legni aromatici, pepi pungenti, noci moscate, incensi, fragranze perdute, si mescolano in una alchimia olfattiva fuori dal comune, inedita, originale. 
Quelli di Lorenzo Villoresi sono profumi che nascono sulla scorta di una lunga e tutta particolare esperienza nella realizzazione di fragranze personali, attività tuttora praticata con successo crescente dal fondatore.I profumi Lorenzo Villoresi non seguono filoni ormai abusati e si pongono al di fuori di quel solco per così dire “comune”, che attualmente caratterizza la profumeria convenzionale. Suggestioni ed influenze antiche, spesso raccolte in paesi lontani ma al contempo attuali e distinte proprio per la loro intrinseca “diversità”, hanno saputo affascinare una fedele clientela internazionale, raffinata ed esigente. Profumi che sono capaci di delineare una sorta di universo a se stante, illimitato; fragranze che sanno rievocare o inventare sensazioni, luoghi, immagini, o ancora condurre in uno spazio di nuove dimensioni emotive.

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La produzione è ancora interamente artigianale, secondo metodi tradizionali che richiedono cure pazienti, tempi meditati ed una attenzione assoluta e continua. Il pot-pourri, lo straordinario Piper Nigrum, é divenuto in qualche modo emblematico della unicità, della valenza assolutamente peculiare della Casa Lorenzo Villoresi. Intensi legni aromatici, pepi pungenti, noci moscate, incensi, fragranze perdute, si mescolano in una alchimia olfattiva fuori dal comune, inedita, originale. 
Quelli di Lorenzo Villoresi sono profumi che nascono sulla scorta di una lunga e tutta particolare esperienza nella realizzazione di fragranze personali, attività tuttora praticata con successo crescente dal fondatore.I profumi Lorenzo Villoresi non seguono filoni ormai abusati e si pongono al di fuori di quel solco per così dire “comune”, che attualmente caratterizza la profumeria convenzionale. Suggestioni ed influenze antiche, spesso raccolte in paesi lontani ma al contempo attuali e distinte proprio per la loro intrinseca “diversità”, hanno saputo affascinare una fedele clientela internazionale, raffinata ed esigente. Profumi che sono capaci di delineare una sorta di universo a se stante, illimitato; fragranze che sanno rievocare o inventare sensazioni, luoghi, immagini, o ancora condurre in uno spazio di nuove dimensioni emotive.

Lorenzo Villoresi

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Lorenzo Villoresi inizia ad appassionarsi al mondo delle spezie e delle essenze fin dal suo primo viaggio in Medio Oriente, nel 1981. In quegli anni soggiorna all’estero per lunghi periodi: affascinato dai mercati e dalle atmosfere dei luoghi che visita, riporta in Italia sia spezie, che usa volentieri anche in cucina, sia essenze e sostanze aromatiche, che spesso regala ad amici e conoscenti. 

Inizia in questi anni a fare esperimenti, distillando piante aromatiche, realizzando tinture e creando le prime formule con olii essenziali, per accontentare le richieste e i desideri di parenti e amici. Comincia così ad approfondire lo studio del mondo delle materie aromatiche e delle essenze, dei sistemi di estrazione e delle tecniche di composizione. Con la fine degli anni ottanta e parallelamente ai primi anni di una carriera accademica come ricercatore di Filosofia Antica, il mondo dei profumi diventa per lui una vera passione.

L’attività imprenditoriale vera e propria inizia solo nel Maggio del 1990, quando la direzione di Fendi commissiona una collezione di essenze per ambiente, pot pourri e candele profumate. Da questo momento, accanto a una serie di importanti collaborazioni con famosi nomi della moda italiana e internazionale, si sviluppano i primi prodotti con il marchio Lorenzo Villoresi: fragranze per casa e ambiente, per il bagno e finalmente, nel 1991, il primo profumo Uomo, subito seguito da Donna e da altre Eau de Toilette. Alcune di queste rappresentano una personale interpretazione di temi classici della profumeria, come il Sandalo, il Patchouli e il Vetiver, altre, come Dilmun, Alamut e Teint de Neige o come Iperborea e Theseus, si ispirano a mondi immaginari, miti e leggende di paesi e culture diverse, atmosfere e paesaggi esotici e sognanti. Uno dei tratti che caratterizza le creazioni di Lorenzo Villoresi è l’uso di pregiate essenze ed estratti naturali, che si accompagna ad un personale gusto per una composizione ricca di sfumature e di atmosfere anche diverse, ma armoniche tra loro. Ogni profumo è una libera creazione artistica, senza alcun legame con moda e tendenze, che nasce con il solo obiettivo di dare forma all’idea, alla” visione odorosa” che di volta in volta ispira il profumiere.

Lorenzo Villoresi, oltre ad alcuni scritti inerenti ai suoi studi universitari, è autore di varie pubblicazioni sui profumi, come “Il Profumo” (1995) e “L’Arte del Bagno” (1996), editi da Ponte alle Grazie, Firenze. Dal 1996 al 1999 ha curato e partecipato alla redazione dell’opera “Il Mondo del Profumo” (Fabbri-De Agostini), partecipando a convegni internazionali come “Profumi d’Arabia”, presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e tenendo conferenze presso l’Università di Firenze sugli aromi dell’antichità. Nel 2010 ha curato e scritto la prefazione all’opera “Il profumo del mondo antico”, di G. Squillace, la prima traduzione italiana del trattato “Sugli odori” di Teofrasto (Olschki).

Nel 2006 ha vinto il prestigioso premio internazionale “Prix Francois Coty” di Parigi, il più importante riconoscimento alla carriera artistica di un profumiere.

Ancora oggi, presso l’atelier di via de’ Bardi a Firenze, Lorenzo Villoresi crea su appuntamento fragranze personali, mentre le collezioni che portano il suo nome sono presenti ormai in quaranta paesi. Tra gli sviluppi più recenti, una speciale collezione per alberghi presente nei migliori hotel di tutto il mondo.

L'Atelier

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D’improvviso è come se si entrasse in un antico workshop fiorentino. Secoli di esperienze, intrecci alchemici, fragranze penetranti ed evocative. Varcata una piccola soglia si apre un mondo intero, si rivela un complesso di salde radici culturali e familiari, mille riflessi di terre lontane e un’appartenenza indubitabile a Firenze quale ideale luogo di confronto, di sfida ed elaborazione di arte e pensiero. Il laboratorio di Lorenzo Villoresi è annidato all’ultimo piano di un’ancestrale casa di famiglia che affaccia sull’angusto sviluppo medievale di via de’Bardi quanto sul tessuto della Firenze più nobile e antica. Nella vera e propria fucina, circondati da centinaia di essenze in flaconi e piccole bottiglie allineate in ranghi serrati lungo scaffali di legno d’olivo, tra alambicchi e storte di cristallo, becker e ampolle, avvolti da una penombra soffusa e amica, si svolge l’azione del creare.

E’ qui infatti, in un raccolto studiolo dalla luce indiretta e sospesa, un tappeto caucasico dalle preziose cromie consunte dal tempo quale unico décor, che Lorenzo dà vita alle sue invenzioni d’alchimista-psicologo, che, identificate le componenti misteriose, le pesa su minuscoli strumenti di precisione, miscelandole quindi per seguire una sua precisa linea espressiva .

La prima fase del processo creativo avviene in quest’ambiente lievemente arcano, pacificante e impermeabile ai rumori urbani, prettamente meditativo. Qui Villoresi instaura un rapporto profondo, una lettura analitica con chi cerca un profumo che lo rappresenti davvero, frugando tra materie e segni apparentemente lontani e inconciliabili, percorrendo strade perdute della memoria, frammenti di sensazioni, non solo olfattive, polaroid emotive di giorni felici consegnati all’oblio o sbiaditi nella corrente dei ricordi.

La vasta sala seguente, cui si accede per tre gradini in pietra serena e che altissima si spalanca in una loggia sull’Arno , segna quasi il suggello, la soluzione del percorso . Una luminosità rinascimentale, bianca, trionfante, la invade. Il camino è acceso, il coffee table circolare in radica d’olivo Villoresi l’ha costruito con le sue stesse mani tanti a anni fa sul Monte Morello.Un vecchio pianoforte è sovrastato dal grande ritratto ’20 della nonna materna, una presenza forte e propiziatrice, affettuosa e solenne. Alle pareti cimeli di viaggio d’un prozio, ottocentesco capitano di vascello, scrolls dinastici cinesi, una pleiade di dischi in vinile. Grandi sofà e poltrone, un’ alcova che racchiude i libri dell’anima, invitano a conversare. La loggia contiene un grande tavolo ottocentesco devoluto a riti ospitali.

La vista si perde, si libra e plana su Firenze, le sue chiese, torri, palazzi. D’intorno morbide colline verdi e azzurre a perdita d’occhio, Settignano, Maiano, Fiesole. Su un lato le estreme alture alberate del Giardino di Boboli si trasformano in una selva fitta e incantata. L’Arno scivola via apparentemente placido e imperturbabile, percorso dalle traiettorie geometriche incise dai canottieri sulla superficie acquea, lambisce le arcate di Ponte Vecchio e accarezza gli Uffizi, poi trascolora in lontananza in una lamina dorata e abbagliante che pare di metallo fuso. Di notte tutto cambia di nuovo, la scena si dipana nel chiaroscuro, si frammenta in dettagli superbi isolati da freddi coni luminosi. San Miniato in Monte, lassù, affiora dalle tenebre come fantasmatico, irreale con la sua facciata candida tracciata di marmo scuro. Firenze finalmente si lascia prendere, Belle Dame sans merci vicinissima e insieme enigmatica.

Cesare Cunaccia